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Come Funziona la Meditazione

Come Funziona la Meditazione

La verità è che i fondamenti della meditazione si possono imparare in cinque minuti. Sedetevi in una posizione comoda, tenete diritta la schiena, respirate profondamente e concentratevi sul respiro. Allo stesso modo, potete applicarvi con semplicità, sedendo tranquilli 15 minuti al giorno, oppure partire per un lungo viaggio d'esplorazione nelle profondità del vostro essere. Ma chiunque abbia provato a meditare almeno una volta, sa che la mente non lascia facilmente la sua abitudine di pensare a qualunque cosa vuole, quando vuole.

 

GLI OSTACOLI DA SUPERARE

 

  • IL CHIACCHIERICCIO DELLA MENTE

 

Quando volgiamo l'attenzione verso l'interno di noi stessi, la prima cosa che incontriamo è l'incessante chiacchiericcio della mente. Per la maggior parte del tempo potremmo essere così assordati da questo chiacchiericcio da non riuscire più a rendercene conto. Può assumere la forma di ricordi del passato, di fantasie sul futuro, di tentativi di risolvere problemi. La mente parla continuamente a se stessa, spesso immaginando una storia di cui noi siamo gli eroi o le vittime. Nella vita quotidiana la mente elabora continuamente una grande quantità di sensazioni, impressioni visive, emozioni e pensieri. I buddhisti paragonano la mente a una scimmia chiassosa, che si lancia incessantemente da un ramo (un pensiero) all'altro senza mai fermarsi.

 

  • EMOZIONI INTENSE O RICORRENTI

 

Il pensiero non arriva mai solo, ma di solito è accompagnato da un'emozione, un sentimento che si è depositato nel nostro subconscio. Questo, a sua volta diventa un detonatore, poiché a questo punto, non abbiamo solo un pensiero ma anche una sensazione fisica che ci offusca la reale visione delle cose; è un circolo vizioso che si autoalimenta. Alcuni di questi sentimenti possono essere piacevoli, altri spiacevoli o anche dolorosi. Ma le emozioni in sé non creano problemi. Sono invece le reazioni di fronte ai drammi interiori ciò che può isolarci dagli altri e allontanarci dalla dimensione più profonda e più soddisfacente dell'essere e naturalmente da ciò che realmente ci accade intorno. Sono la turbolenza e la confusione attraverso cui filtriamo e distorciamo le esperienze e non le esperienze in sé, che causano gran parte della nostra sofferenza e del nostro stress. Gli indiani, per descrivere questo fenomeno, raccontano spesso questa storia: “Un uomo, camminando di notte, vede vicino ad un palo un serpente, quindi si spaventa e fugge. La mattina seguente, passa nello stesso luogo e si accorge che quello che aveva scambiato per un serpente, è in realtà una corda arrotolata”. Quindi la nostra errata percezione delle cose, la paura e l'immaginazione, hanno creato l'illusione, cioè hanno fatto vedere ciò che non era.

COSA FARE

 

Molte persone pensano che la meditazione implichi un qualche sforzo per impedire alla mente di pensare! Questo è l'errore più comune. La mente pensa in continuazione, anche quando dormiamo! Ciò che dobbiamo imparare a fare è osservarla. Portare l'attenzione sul respiro! Il Buddha ha scoperto che portando l'attenzione sul respiro, è possibile calmare la mente e da lì si può iniziare ad osservarla.  

 

  • ESAMINARE LE STRATIFICAZIONI

 

Sviluppando la concentrazione e calmando la mente, vi potrete immergere sempre più profondamente nell'esperienza interiore e scoprire gli strati che non conoscevate. Dapprima la mente può sembrare un muro compatto di pensieri o di emozioni, tanto che è impossibile determinare dove finisca l'uno e dove cominci l'altro. Se state molto attenti, noterete che ogni pensiero e ogni emozione ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Potreste anche scoprire che certi pensieri o certe emozioni sono ricorrenti, come il ritornello di una canzone: per esempio alcune preoccupazioni ossessive oppure certe immagini o fantasie preferite.

 

  • LA DIFFERENZA TRA PENSIERI E SENTIMENTI

 

Spesso i sentimenti e i pensieri sono così intricati da non riuscire a distinguere gli uni dagli altri. I sentimenti sono contraddistinti da un insieme di sensazioni fisiche. Quando siete arrabbiati, potete avvertire tensione nelle spalle e nella mandibola, oppure sperimentare un'ondata di energia nella parte posteriore della testa. Quando siete tristi, subite una sensazione di pesantezza al petto e al cuore o sentite d'avere il cosiddetto groppo alla gola. I pensieri invece, sono immagini, ricordi, credenze, giudizi e riflessioni che scorrono nella nostra mente e che spesso danno origine a sentimenti. I pensieri non solo generano sentimenti, ma spesso ne prendono il posto. Impedendoci di provare autentici sentimenti, tentano di deviarli, li giudicano o li sopprimono del tutto. Più riusciamo a distinguere i pensieri dai sentimenti, più riusciamo a collegarci chiaramente e coscientemente alla nostra esperienza interiore e a esprimerla. Possiamo scoprire come sperimentare direttamente i sentimenti, separandoli dai pensieri e dalle fantasie. Lo scopo non è quello di fare una specie di psicanalisi, ma di diventare consapevoli dei processi mentali, di diventare i loro osservatori.

IL FALSO IO

Alcuni pensieri possono sembrare imprescindibili. Quelli ricorrenti, con la frequenza con cui compaiono, possono dare l'illusione di rappresentare l'intera identità. Possono avere uno strettissimo rapporto con noi, tale da non permetterci di riconoscere alcuna distanza fra il nostro vero io ed i pensieri stessi. Che ci crediate o meno, voi siete i pensatori, non i pensieri. Acquisendo con la pratica della meditazione una certa distanza dai pensieri, scoprirete che perdono potere su di voi. I pensieri non sono più i vostri padroni; voi siete i padroni dei pensieri. Io osservo i miei pensieri, io non sono i miei pensieri, fanno parte di me ma non esauriscono la conoscenza della mia persona. I pensieri allora ci possono apparire come un flusso spontaneo che non impone obbligatoriamente un'azione né ci obbliga a considerare alcun pensiero come definizione di ciò che siamo, facendoci fare l'esperienza del nostro vero io osservante, la coscienza.

 

L'ATTENZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA

 

Quando state seduti quietamente, osservando i pensieri e i sentimenti, cambiate il rapporto con l'esperienza interiore. In altri termini, invece di farvi trascinare dalla corrente del fiume, diventate per il momento come quegli osservatori che, seduti sulla sponda, guardano l'acqua fluire. Sebbene la differenza possa apparire irrilevante e vi sembri che non cambi nulla, in realtà la presa delle rappresentazioni mentali sulla vostra vita comincia ad allentarsi. Gradualmente notate che sempre più spazi si aprono nel chiacchiericcio mentale e ciò che prima sembrava così pesante e solido diventa più leggero e permeato di aria fresca.

 

Con la meditazione calmiamo la mente, aiutandoci ad ampliare la consapevolezza. Grazie alla pratica regolare, la coscienza ampliata che riusciamo a sperimentare durante la meditazione inizia a permeare la nostra esistenza anche nei momenti in cui non meditiamo. La capacità di vivere simultaneamente e consciamente la consapevolezza locale e quella non locale è l'essenza dello yoga.