
Sunyata (vacuità, vuoto), questo concetto è il fulcro di molte scuole nate dopo la morte del Buddha, espresso nel Buddhismo Mahayana. Vacuità fa riferimento alla natura delle cose, le cose sono per loro natura vuote. Il vuoto Buddhista, non si riferisce specificatamente al vuoto inteso come concetto spaziale, ma alla natura stessa delle cose.
Il Buddhismo insegna che la vacuità è la natura ultima del mondo. Vacuità non significa "nulla", ma assenza di esistenza propria. I fenomeni e le funzioni che assolvono, sono privi di esistenza autonoma e permanente.
Il concetto di vacuità, deriva direttamente da quello di interdipendenza e impermanenza dei fenomeni. Niente può esistere di per sé né essere la causa di se stesso. La realtà è dovuta al concorso di un infinito numero di condizioni e cause in continuo mutamento. I fenomeni di per sé non sono niente, e traggono la loro natura da una mutua dipendenza. Quindi concettualmente sono "vuoti".
Comprendere che le cose sono vuote, non consiste nel vuotare il mondo e la nostra esistenza di significato. Al contrario, serve a rivelarci tutta la sua ricchezza. In altre parole, la natura del mondo si può manifestare in tutta la sua ricchezza, proprio perché la sua natura è vuota. Se l'universo fosse composto di entità solide e distinte, anziché di flussi dinamici in perenne trasformazione, nessun fenomeno potrebbe manifestarsi, tutto sarebbe immobile. L'impermanenza unita all'interdipendenza dei fenomeni è ciò che determina tutte le possibili manifestazioni dell'universo. L'universo è ricco, proprio perché è vuoto.