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COMPRENDERE IL BUDDHISMO

Per comprendere il Buddhismo, dobbiamo vedere il mondo con gli occhi di un Buddhista.

 

Il tempo: il tempo non esiste, non esiste passato, non esiste futuro, ma solo un eterno divenire.

 

L'impermanenza: la vita che sperimentiamo è caratterizzata dall'impermanenza. Tutto muta continuamente. Tutto quello che sperimentiamo in vita è destinato a mutare, e questo ci causa sofferenza.

 

Il dolore: il dolore affligge l'uomo a motivo dell'impermanenza, sia propria che di tutto ciò che sperimenta e conosce in vita. Questa sofferenza, si rivela non solo quando costata l'ineluttabilità di malattia, vecchiaia o morte, ma anche quando si è costretti al contatto con ciò che non si ama, come pure è percepita quando si è costretti alla separazione da ciò che si ama o ancora, quando si risente di un disagio esistenziale derivante dallo scontrarsi con una realtà che non soddisfa la propria adesione all'idea di un sé solido ed imperituro. La frustrazione dei desideri è una delle più usuali percezioni del dolore.

 

Polarità: questa impermanenza, è dovuta al fatto che l'universo è governato dalla polarità, cioè ogni cosa ha il suo contrario (vita e morte, gioia e tristezza o se lo guardiamo in termini di macrocosmo, materia e antimateria).

 

L'ignoranza: l'uomo a causa della sua ignoranza, alimentata dagli organi di senso e dal suo ego, ha una percezione falsa di se è del mondo.

 

L'io non esiste: l'io con il quale ci identifichiamo non esite, ma è un costrutto della nostra psiche. 

 

L'interdipendenza: il mondo è una vasta rete di cose interconnesse, ogni cosa dipende da un'altra e siamo tutti collegati. Siamo tutti collegati gli uni agli altri. Un fenomeno, qualunque esso sia, può manifestarsi solo se è collegato e connesso ad altri. Per il Buddhismo, il fatto che non percepiamo il mondo come una vasta rete di cose interconnesse, bensì come un insieme di entità totalmente distinte, non è che una verità convenzionale e non la verità ultima.

 

Purtroppo però, l'ignoranza della nostra condizione, ci fa percepire una visione falsa della realtà, in base alla quale si tende a credere che le cose siano concrete e durature e che esista un io individuale e separato. L'interdipendenza delle cose, ci dice che il muro che ergiamo tra noi e gli altri non esiste, e che la risposta a questa condizione è la compassione verso tutte le creature.

 

Quindi la sofferenza non è colpa del mondo, né del fato o di una divinità, né avviene per caso, ha origine dentro di noi, dall'errata percezione di noi stessi e degli altri. Il Buddha con il suo insegnamento, intendeva offrire ai suoi discepoli il percorso di liberazione dalla sofferenza e imboccare il cammino del "risveglio", uno stato di saggezza suprema associato a compassione infinita.