
La meditazione vipassana ci insegna che osservando, come un testimone distaccato, ciò che ci accade internamente, ben presto scopriamo che queste sensazioni spariscono. Questo è il fenomeno dell'impermanenza, cioè avere la consapevolezza che in natura tutto è mutevole. Lo dimostrano le sensazioni percepite nel nostro corpo, che cambiano continuamente, e ancor più l'instabilità della nostra mente. Le sensazioni sono un crocevia in cui mente e corpo si incontrano. Questo fenomeno mentale-fisico è come una medaglia a due facce. Da una parte ci sono tutti i pensieri e le emozioni che sorgono nella mente, dall'altra il respiro e le sensazioni nel corpo. Così, osservando il respiro e le sensazioni così come sono, senza giudicarle o sfuggirne, scopro che le impurità perdono la loro forza e non riescono più a travolgermi.
Normalmente si ha la tendenza a cercare fuori la causa della felicità o infelicità, ignorando la realtà interiore, non si comprende che la causa della sofferenza o della serenità, giace dentro di noi. Lasciare che le impurità si manifestino e poi se ne vadano via, come guardare una nuvola passare nel cielo, ci permette di coltivare il giusto distacco che dona pace interiore. Questo distacco non è però fuga o indifferenza riguardo ai problemi del mondo. Imparare il sereno distacco significa essere pienamente impegnati nel mondo, mantenendo una mente equilibrata.
Questo è ciò che ci ha insegnato il Buddha. Egli insegnò a osservare semplicemente la natura così com'è, osservando la propria realtà interiore. Per ignoranza si continua a reagire a ciò che ci accade intorno, ma quando la saggezza si risveglia, allora l'abitudine a reagire viene abbandonata. Quando smettiamo di reagire ciecamente, allora diventiamo capaci di agire davvero, liberandoci dalle tre cause di sofferenza: dalla bramosia, dall'avversione e dall'ignoranza.