
Spesso in occidente si tende a ritenere la scienza e la spiritualità, come due mondi contrapposti. Eppure, quando l'occidente entra in contatto con la spiritualità orientale, questo atteggiamento cambia totalmente.
Huston Smith, autore di "Le religioni del mondo", "La scienza e la responsabilità dell'uomo" e "Le religioni dell'uomo", scriveva, "quando ho letto le Upanishad, ho trovato una profondità di visione del mondo che a paragone ha ridotto il mio cristianesimo al livello di terza elementare...L'India include così tanto perché la sua anima infinita non esclude nulla."
Fritjof Capra, fondatore del Center for Ecoliteracy e autore de "Il Tao della fisica", scriveva, "La fisica moderna ha rivelato che ogni particella subatomica non soltanto compie una danza di energia, ma è una danza di energia, un processo pulsante di creazione e distruzione. La danza di Shiva è l'universo che danza, il flusso incessante di energia che attraverso una varietà infinita di schemi, che si fondono l'uno nell'altro. La scala di questo antico mito è stupefacente; ci sono voluti più di duemila anni perché la mente umana arrivasse di nuovo a un concetto simile. Le due basi della fisica del ventesimo secolo la fisica dei quanta e la teoria della relatività ci costringono a guardare il mondo in modo molto simile a come lo vedono un induista o un buddhista."
Brian David Josephson, pioniere della superconduttività e dello studio dei campi magnetici, sostenitore della possibilità dei fenomeni parapsicologici, capo del progetto di Unificazione Mente-Materia, e premio Nobel 1973 per la fisica, ha scritto, "il Vedanta e il Samkhya possiedono la chiave alle leggi della mente e del pensiero che sono collegate con il campo Quantico, cioè con le funzioni e la distribuzione delle particelle al livello atomico e molecolare."
Il pensiero filosofica indiano, ci spinge a vedere la spiritualità e la ricerca scientifica, non più come due mondi contrapposti, ma come due mondi capaci di dialogare, a patto però di non ricorrere dottrine assolutamente prive di fondamento.
Erwin Schroedinger, premio Nobel nel 1933 per la Meccanica Quantistica, teneva al letto la Gita, le Upanishad, e vari testi vedici specialmente su Yoga e Samkhya. Affermava: "Ci vuole una trasfusione di sangue dall'oriente all'occidente per salvare la scienza occidentale dall'anemia spirituale...l'unica soluzione...si trova nell'antica saggezza delle Upanishad."