
Il Buddhismo è penetrato in Cina nel I secolo d.C., alle origini dell'era cristiana, durante la Dinastia Han. La tradizione vuole che i primi due monaci indiani ad introdurre il Buddhismo in Cina, furono Kasyapa Matanga e Gobharana, condotti dall'imperatore Ming, su di un cavallo bianco.
Inizialmente i cinesi daoisti o taoisti, ritennero il Buddha niente altro che Laozi, il leggendario fondatore del Daoismo o Taoismo, vissuto probabilmente nel IV secolo a.C.. Secondo una antica leggenda taoista, questo filosofo cinese, sarebbe partito per l'Occidente, allo scopo di diffondere le proprie dottrine presso i barbari. Alcune dottrine buddhiste erano peraltro, sovrapponibili a quelle taoiste, questo favorì lo sviluppo del Buddhismo in Cina.
Nella cosmologia taoista, ovvero nella spiegazione dell'origine dell'universo, utilizzare la parola creazione è assolutamente fuori luogo. Nell'ottica taoista, il tutto non è stato creato da un'entità suprema, un dio. Il Taoismo, come quasi tutte le religioni orientali, ha una concezione ciclica dell'esistenza. Non c'è un punto che ne segna l'origine come non c'è un punto che ne segna la fine, perché tutte le cose dell'universo sono soggette ad un eterno ciclo. Questo non può essere concepito spontaneamente dalla mente umana, in quanto all'uomo sembra che le cose procedano in linea retta. Questo perché la logica umana percepisce l'esistenza come un infinitesimo di quanto essa sia in realtà.
Appurato che l'universo funziona in modo ciclico e non lineare, e che quindi non può essere stato creato da qualcosa che esisteva prima, altrimenti anche questo qualcosa dovrebbe essere stato creato da qualcos'altro, che cosa ha dato l'inizio all'eterno ciclo dell'esistenza? Il Taoismo, risponde che a originare il ciclo può essere stata solo quella cosa che esiste da sempre, ovvero il ciclo stesso, la Via, il Tao. Il Tao è il ciclo, l'oscillazione, il moto armonico. Dal suo movimento dipendono tutte le cose, il suo movimento dà origine a tutte le cose.
Il Taoismo spiega che il Tao si manifesta attraverso un processo di dualizzazione e poi pluralizzazione della sua energia. Il Taoismo non dogmatizza che in origine il Tao fosse fermo, spiega semplicemente il processo che porta l'energia del Tao a costituire l'esistenza. L'energia allo stato puro, cioè non ancora manifesta, senza spazio e senza tempo, in uno stato che gli antichi chiamarono Wuji o Wu Chi. Wu significa assenza, negazione, Ji significa ultimo, assoluto. Wuji significa dunque, stato di calma assoluta.
Quando l'energia allo stato Wuji inizia a muoversi, dà origine a una polarizzazione primordiale, negatività e positività, Yin e Yang. L'interazione tra le due forze primordiali opposte è l'espressione essenziale del Wuji, che i taoisti chiamano Taji o Tai Chi. Tutta la molteplicità dei fenomeni, tutto l'universo, visibile o invisibile, è il risultato dell'interazione tra Ying e Yang. L'energia che pervade e vitalizza tutte le cose dell'universo è il Qi o Chi, letteralmente, forza della vita, o semplicemente energia, la manifestazione del Tao, attraverso il ciclo di Yin e Yang.
La fusione tra Buddhismo e Taoismo, rappresenta ancora oggi uno dei processi di acculturazione delle idee e delle credenze religiose, più straordinari della storia. Culture elaborate e dai profondi risvolti filosofici e spirituali come quella indiana, centro-asiatica e cinese, riuscirono in Cina, a fondersi e a costruire un insieme di scuole dottrinali e di culture materiali, parti delle quali, sopravvive ancora oggi nell'area di influenza cinese e in Giappone, e da dove nello scorso secolo, hanno raggiunto l'Occidente.