
Il Vijnanavada (detto anche Cittamatra o Yogacara) è una scuola buddhista indiana che ha profondamente influenzato il Buddhismo Mahayana (Grande Veicolo). I fondatori di Cittamatra furono due monaci buddhisti indiani, Asanga e suo fratello minore Vasubandhu. La scuola Cittamatra sostiene che i fenomeni, così come noi li percepiamo, non sono altro che mente, non esistono se non come apparenze. L'unica cosa realmente esistente è la coscienza. L'ignoranza dell'uomo fa si che egli creda non solo che questa coscienza sia un “soggetto” ovvero che abbia una sua identità permanente ma che esistano, con la stessa qualità, anche gli oggetti percepiti. Questa illusione viene sempre paragonata come “l'illusione di una magia”, “illusione ottica”, “miraggio”, “sogno”, “riflesso della luna sull'acqua”, a una “eco”, a una città “aerea”, a un “fantasma”. La verità è per i Cittamatra, la fine della differenza tra soggetto e oggetto e corrisponde al Risveglio (bodhi), mentre ciò che sperimentiamo nella coscienza illusa, è il frutto del nostro karma. Quindi la sede della vacuità è la coscienza, che è la sola ad esistere, anche se sempre priva di identità inerente.
Le opere di Asanga e Vasubandhu, descrivono otto coscienze (astavijnana), sei dei sensi, una mentale contaminata dal karma detta klistamanas e l'ottava coscienza l'alayavijnana incontaminata. Per Asanga e Vasubhandhu solo l'ottava coscienza, ricevendo come un ricettacolo i semi contaminati dalla settima coscienza, è quella assoluta, che non muore ma rinasce di corpo in corpo fino alla liberazione. L'alayavijnana non è né bene, né non bene, ed è comunque e sempre del tutto priva di soggettività. Le opere principali di questi due monaci buddhisti sono:
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Abhidharmasamuccaya: un'esposizione degli elementi che compongono la realtà fenomenica.
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Mahayanasamgrahasastra: che riassume le dottrine Cittamatra in modo sistematico.
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Yogacarabhumisastra: Trattato sulle terre dei praticanti dello yoga.
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Trimisikavijnaptikarika: Trenta versi sulla dottrina della sola mente.
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Vimsatikasastra : Venti versi sulla dottrina della sola mente.